L’argilla è un materiale meraviglioso, offre infinite possibilità.
Tra queste anche quella terapeutica, esiste infatti il campo della terapia occupazionale, che utilizza anche la modellazione della creta. Ci si esprime attraverso il tatto, senza passare attraverso la parola, si entra nel flusso del lavoro, dimenticando il resto. Nello stesso tempo l’oggetto tangibile che scaturisce dall’esperienza ci lega saldamente al nostro mondo quotidiano.
Amo creare ma anche far fiorire la creatività negli altri. Secondo me ognuno possiede questa scintilla preziosa e vale davvero la pena riservare un tempo per se stessi e intraprendere il proprio “percorso creativo”.
Se desiderate provare potete iscrivervi ad un corso base, vengono organizzati più volte durante l’anno. Oppure con la formula LAB potrete scegliere di lavorare in autonomia.
Avvicinarsi all’arte significa entrare in un mondo fatto di colore, di fantasia, di possibilità infinite. Non c’è giusto o sbagliato, non ci sono regole. Chiunque troverà qualcosa da “dire” e arriverà, con soddisfazione, a creare.
I disabili saranno guidati in un’esperienza a piccoli gruppi. Sono soprattutto momenti di incontro, di stimolo e crescita personale. In questo senso non è così importante cosa si fa, quanto come lo si fa e che relazione si può costruire facendolo. I partecipanti saranno coinvolti in momenti di confronto per fare qualche riflessione sui progressi del gruppo, osservare le diverse soluzioni adottate da ciascuno e per trarre ispirazione da quello che fanno gli altri.
Lavoro con terre bianche, rosse e nere preferibilmente. Al colore dell’argilla si aggiunge quello dello smalto e degli ossidi. La sovrapposizione e l’incontro di colori e materie diverse è la direzione in cui va la mia personale ricerca. Un percorso iniziato da anni e che continuo con passione.
Kintsugi – letteralmente “riparare con l’oro” è una tecnica giapponese che consiste nel ricomporre oggetti ceramici che si sono rotti, utilizzando l’oro liquido, oppure una particolare lacca (urushi – che si ricava da millenni dalla pianta Rhus verniciflua) mescolata con polvere d’oro; talvolta si usa anche l’argento.
Si narra che il kintsugi sia stato messo a punto nel XV secolo, quando si ruppe la tazza da thé di Ashikaga Yoshimasa, ottavo shogun dello shogunato Ashikaga. Gli artisti/artigiani incaricati di assemblare di nuovo la tazza, gli restituirono un vero e proprio gioiello. Un oggetto impreziosito da nervature dorate che lo resero unico.
Il risultato di questa tecnica è comunque strabiliante. Ogni pezzo risulta unico perché irripetibile è la trama dei punti di rottura. Il pezzo è di nuovo integro, intero. Non solo: può diventare anche più bello e sicuramente più prezioso di prima.
Da qui la filosofia del kintsugi: è importante capire come un momento di rottura possa portare ad un cambiamento, non necessariamente negativo.
Una ferita non deve essere nascosta, al contrario, enfatizzandola e rendendola preziosa, l’intero oggetto acquista valore. Da una ferita può nascere una forma di bellezza esteriore (e interiore) anche più alta di ciò che si considerava integro e senza difetti. È solo nel momento in cui riconosciamo la bellezza di un’imperfezione, che quell’imperfezione acquista valore.
La tecnica originale prevede l’uso della lacca urushi; è una sostanza collosa di origine vegetale che veniva utilizzata anche per la realizzazione di armi da guerra e da caccia. Per il kintsugi questa lacca è mischiata con polvere d’oro e stesa in più fasi, con una complessa lavorazione.
Oggi in occidente si utilizzano materiali sostitutivi, come colle bicomponenti e resine abbinate a polvere o foglia d’oro.
Creo i miei progetti fotografici seguendo il processo dall’inizio sino alla stampa, cercando il miglior equilibrio possibile tra sensibilità artistica e opportunità tecnica.
Come supporto per i miei soggetti uso solo carte pregiate Fine Art Hahnemule o Canson, (Carte Lucide e Baritate, Carte Matte), oppure tele ad alta grammatura (Canvas matte o lucida).
Carte e tele sono Acid Free, caratteristica fondamentale per garantire una lunga resistenza per periodi di tempo anche superiori al secolo, secondo le severe norme museali.
Le mie creazioni per la decorazione di interni sono opere originali nate dall’assemblaggio di elementi naturali che si uniscono alla pittura e alla fotografia.
In primo piano la Collezione Ori, fondi realizzati ad acquerello con applicazioni di foglia oro, argento o rame, a cui sovrappongo i materiali restituiti dal mare: conchiglie, alghe, legni, sassi….un mix poetico di colore e piccoli tesori.
Poi i Collages tratti da mie fotografie originali, con aggiunta di foglia oro, argento o rame e sabbia.
Tutto ciò che viene dalla natura lo cerco personalmente durante le lunghe passeggiate in spiaggia, lo seleziono, lo lavo, lo preparo. I pezzi più particolari mi ispirano e intorno ad essi comincio a creare una composizione, a immaginare dei colori, la foglia d’oro o d’argento. La base per il lavoro sono le carte pregiate Fabriano 100% cotone e i colori Winsor & Newton.
La tecnica dell’acquerello mi ha sempre affascinata, perché l’acqua incontrando il colore crea giochi e sfumature a volte imprevedibili. Mi piace l’idea di una sfida continua, il non avere completo controllo sul risultato finale, la rapidità con cui si gioca la riuscita di un dipinto.
Queste creazioni sono basate sull’istinto, l’impressione, il momento e la concentrazione.
Prediligo i colori chiari, brillanti: giallo limone, arancio, turchese ma non mancano quasi mai il cobalto e la terra bruciata.
Carte pregiate Fabriano, colori Winsor & Newton.